Avvertenza,
introduzione e promessa Attenzione: Se non avete letto l'epigrafe,
è meglio che lo facciate adesso, altrimenti non capirete alcune
cose. Un fatto incontestabile : la globalizzazione c'è. Non la
giudico (ancora), semplicemente indico una realtà. Però, come
primo ossimoro, occorre segnalare che si tratta di una globalizzazione
frammentata. La globalizzazione è stata resa possibile, fra le
altre cose, da due rivoluzioni : quella tecnologica e quella informatica.
Ed è stata, ed è, diretta dal potere finanziario. La tecnologia
e l¹informatica (e con esse il capitale finanziario) hanno fatto
scomparire le distanze e hanno rotto le frontiere. Oggi è possibile
avere informazioni su qualunque parte del mondo, in qualunque
momento e simultaneamente. Ma anche il denaro ha ora il dono dell¹ubiquità
: va e viene a velocità vertiginosa, come se fosse in ogni luogo
nello stesso momento. Di più, il denaro dà uno nuova forma al
mondo, la forma di un mercato, di un mega-mercato. Tuttavia, nonostante
la ³mondializzazione² del pianeta, o meglio, proprio a causa di
questa, l¹omogeneità è ben lungi da essere la caratteristica di
questo passaggio di secolo e di millennio. Il mondo è un arcipelago,
un rompicapo i cui pezzi si trasformano in altri rompicapo, e
l¹unica cosa davvero globalizzata è la proliferazione dell¹eterogeneità.
Se la tecnologia e l¹informatica hanno unito il mondo, il potere
finanziario che le utilizza lo ha spezzato usandole come armi,
come armi in una guerra. Abbiamo detto in precedenza (il testo
si chiama "La quarta guerra mondiale è cominciata", EZLN - il
manifesto, 1997) che con la globalizzazione si porta a termine
una guerra mondiale, la quarta, e si sviluppa un processo di distruzione/spopolamento
e ricostruzione/riordino (sto cercando di riassumere concisamente,
siate comprensivi) in tutto il pianeta. Per la costruzione del
"nuovo ordine mondiale" (Planetario, Permanente, Immediato e Immateriale,
secondo Ignacio Ramonet), il potere finanziario conquista territori
e abbatte frontiere, e lo fa con una guerra, una nuova guerra.
Una delle vittime di questa guerra è il mercato nazionale, base
fondamentale dello Stato-Nazione. Quest¹ultimo è in via di estinzione,
o quantomeno lo è nella sua forma tradizionale o classica. Al
suo posto sorgono mercati integrati, o meglio ancora i negozi
del grande "centro commerciale" mondiale, il mercato globalizzato.
Le conseguenze politiche e sociali di questa globalizzazione sono
un Ossimoro reiterato e complesso : meno persone con più ricchezze,
prodotte da più persone con meno ricchezze, "la povertà del nostro
secolo non è confrontabile con nessun'altra. Non è, come è accaduto
a volte, il risultato naturale di carestie, ma di un insieme di
priorità imposte dai ricchi al resto del mondo" (John Berger,
"Cada vez que decimos adiós" Ediciones de la Flor, Argentina,
1997. Pp. 278-279).
Per alcuni potenti il pianeta si è spalancato ; per milioni di
persone il mondo è un non-luogo, e vagano errabondi da una parte
all¹altra. |
La
criminalità organizzata costituisce la spina dorsale dei sistemi
giudiziari e dei governi (gli illegali fanno le leggi e "conservano
l'ordine pubblico"), e l'"integrazione" mondiale moltiplica
le frontiere. Così, volendo mettere in risalto alcune delle
principali caratteristiche dell¹epoca attuale, dovremmo dire
: supremazia del potere finanziario, rivoluzione tecnologica
e informatica, guerra, distruzione/spo-polamento e ricostruzione/riordino,
attacco allo Stato-Nazione, conseguente ridefinizione del potere
e della politica, il mercato come figura egemonica che permea
tutti gli aspetti della vita umana in ogni luogo, maggior concentrazione
della ricchezza in poche mani, maggior distribuzione della povertà,
aumento dello sfruttamento e della disoccupazione, milioni di
persone in esilio economico, delinquenti che si fanno governo,
disintegrazione del territorio. Riassumendo : globalizzazione
frammentata. Bene, secondo queste premesse, nel caso degli intellettuali
(posto che abbiano a che vedere con la società, il potere e
lo stato) sarebbe il caso di domandarsi : hanno subito lo stesso
processo di distruzione/spopolamento e ricostruzione/riordino
? Quale ruolo assegna loro il potere finanziario ? Come usano
(o sono usati da) i progressi tecnologici e informatici ? Che
posizione hanno in questa guerra ? Come si rapportano con questi
minacciati Stati-Nazione ? Qual è il loro legame con questo
potere e con questa politica così ridefiniti ? Che posto occupano
nel mercato ? e che posizione prendono di fronte alle conseguenze
politiche e sociali della globalizzazione ? Insomma : come si
inseriscono in questa globalizzazione frammentata ? Il mondo
sarebbe cambiato da e per questa guerra. Se così fosse, gli
intellettuali "classici" non esisterebbero più, e nemmeno le
loro tradizionali funzioni. Al loro posto una nuova generazione
di "teste pensanti" (per usare un termine coniato dal comandante
zapatista Tacho) sarebbe emersa (o starebbe per emergere) e
avrebbe nuove funzioni nei propri compiti intellettuali. Anche
se cercheremo qui di limitarci agli intellettuali di destra,
saranno evidenti alcune indicazioni a proposito degli intellettuali
in genere e sui loro rapporti con il potere. Dato che questo
testo si propone di partecipare e di alimentare la polemica
fra intellettuali di destra e di sinistra, una riflessione più
profonda su intellettuali e potere e su intellettuali e trasformazione,
è rinviata a futuri e improbabili scritti. Bene. Salve, e tenete
a portata di mano il vostro telecomando. Fra un minuto cominciamo...
Il
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